lunedì 4 maggio 2009

Tolleranza, prerogativa di sinistra

Cosa divide la destra dalla sinistra?
Tutte e due gli schieramenti sono dedicati allo sviluppo della società, al benessere della comunità, al rispetto dell’individuo, eppure lo scontro tra le due fazioni è sempre stato duro, chi non condivide i metodi dell’uno o dell’altro cerca di mettersi in mezzo chiamandosi moderato o centrista e spesso si trova soltanto a trovare svincoli o accordi equilibristici creando solo quel peso che favorisca l’ago della bilancia dall’una o dall’altra parte.
E’ la capacità di tollerare le situazioni, gli stili di vita, le personalità, che fa la differenza tra destra e sinistra.
Le persone di sinistra hanno questa capacità, la capacità di tollerare, che sia un bene o un male fa parte della vita dal presupposto concetto di vita e morte, come dire niente si distrugge niente si crea tutto si trasforma. Ed appunto tutto si trasforma, così come le persone di sinistra (tolleranti) possono diventare intolleranti e diventare di destra. È quello che sta accadendo nel nostro paese. Non starò ad elencare quello che provoca questa intolleranza e i fattori possono essere numerosi, però un fattore che genera una intolleranza è quello della classe politica, gli errori che sono stati commessi negli anni precedenti dai politici si sono ripercossi sui cittadini, i quali sentono il bisogno di regole intransigenti che rimettano a posto le cose e per questo si rifugiano in una ideologia di destra che non ammetta errori.
La tolleranza è una capacità che richiede una grande forza di spirito, vuol dire ammettere che qualcuno contrario ai tuoi punti di vista, ai tuoi stili di vita, ha tutto il diritto di praticare i suoi, con conseguente manifestazione esplicita, di, debolezza di carattere. Questo può spiegare perché la sinistra perda sempre, e solo quando il grado di intolleranza diventa invivibile, allora si scatena la volontà di rivalsa, ma questo è terrificante e genera sbagli imputabili alla stessa sinistra da sempre.
Comunque lo sbaglio dei cittadini è sempre quello di cavalcare l’onda che il politico opportunista riesce a generare nei tempi più consoni ad i suoi punti di vista e stili di vita, e questo è irrimediabile.

sabato 2 maggio 2009

Allevamenti industriallizzati


Ampliando il ragionamento sulla industrializzazione delle attività di allevamenti suini, bovini, ecc… si scoprono molti dei fattori che mettono a rischio la salute dell’essere umano. Gli allevamenti industrializzati hanno delle specifiche caratteristiche che sono comuni a tutti i settori industrializzati, soprattutto i settori che trattano materie di natura chimica di laboratorio. E’ facile intuire che un prodotto derivante dalla natura sia più ecologico e che quindi sia più assimilabile dall’ecosistema con processi naturali e più veloci che un prodotto di laboratorio creato in condizioni forzate ed innaturali. Ma quali sono i problemi legati ad un prodotto industrializzato? Nel caso di allevamenti di maiali, i problemi nascono da una alta concentrazione di una stessa specie animale in una limitata zona di terreno. Gli allevamenti sono costruiti in modo perché possano ospitare un più alto numero di maiali nel minor spazio possibile, questo provoca una scarsa attività motoria, una repressione degli istinti naturali che vanno ad influire sul sistema immunitario dell’organismo dell’animale, una diffusione di agenti virulenti ad altissima velocità ed una concentrazione di escrementi che sono poi concentrazione di rifiuti chimici della stessa composizione, della quale gli animali vengono cibati e curati. L’effetto è quello di snaturalizzare un prodotto alimentare creando un disturbo nella catena biologica del pianeta.
Aspetteremo le conseguenze di questo o reagiremo in qualche modo?

venerdì 1 maggio 2009

Influenza suina

Girano voci su internet sul complottismo nei riguardi di una pandemia da influenza suina. E’ una moda ormai diffusa che genera una informazione alternativa alla informazione dei media della carta stampata e televisiva. Si sviluppano così teorie giustificate e non. E’ vero che il mondo politico usa questi eventi per distogliere l’attenzione delle masse dai temi che riguardano la loro posizione sociale, come nei riguardi della loro posizione nei confronti di una crisi economica che affligge il mondo intero oppure nei riguardi di un annebbiamento delle menti di fronte a regole e leggi che aiutano il potere di pochi nei confronti dei tanti. Eppure non devono, le istituzioni, nascondere certi fatti.
L’opinione pubblica che apprende il rischio di una pandemia da influenza suina come da influenza aviaria ecc… attinge delle informazioni che attirano un panico nelle menti ed una distrazione psichica dai fatti più importanti quali la crisi economica che mette in discussione privilegi di una vita moderna raggiunti con una evoluzione sociale perpetrata nei secoli scorsi. Ma al contempo stesso apprende alcune verità su di un mondo industrializzato anche nella produzione di prodotti alimentari, come nella produzione di maiali destinati al mercato alimentare. Non si può ipotizzare che l’influenza suina sia stata prodotta in laboratorio, ma si deve constatare che una epidemia virale di questo genere si sviluppa in organismi che vivono in condizioni innaturali per cui il loro stile di vita ne appiattisce un equilibrato sistema immunitario sottoponendo gli animali ad una facile predazione di agenti mortali nel proprio organismo. L’opinione pubblica queste cose le percepisce, il fatto è che nessuno si fa carico di combattere questo sistema industrializzante delle cose, per motivi che vanno incontro ad interessi e soluzioni di una società miope composta da tutti noi.